Poesie di Claudio Claudi – #Claudio50

1

L’anima mia è un groviglio

di sterili pensieri.

E la pressante immagine

procede senza fiato

da cupi fondi,

ove giace un riso gracile

di demone attristato.

C. Ubaldini, Il silenzio e la sperduta Orione. Dieci poesie inedite di Claudio Claudi, “Sinestesie”, I, 2 (settembre-ottobre 2012), pp. 179-180.

2

Come d’autunno le foglie

cadono gli anni della mia vita

finché l’aurora non vedrà la nuda

forma raccolta nel suo sogno

e chiuso il cielo al suo respiro.

C. Claudi, Poesie a cura di Spagnoletti, Rebellato, Padova 1973, p. 38.

3

Ho visto la tua terra fiorire

garofani come sangue,

ho visto i tuoi giorni.

Ma di te rimane solo una stella

che brucia la mia notte,

un punto di fuoco

nel sogno della tua memoria.

C. Claudi, Poesie a cura di Spagnoletti, Rebellato, Padova 1973, p. 19.

4

Le tue mani stringano il destino

non cedano aperte alla solitaria disperazione.

La tua voce chiami la speranza

non si spenga sulle soglie della casa del dolore.

Il tuo spirito invochi l’altissimo sole

chiami a gran voce la vita

chiami ancora la vita.

Giungerà d’iperborei il veliero dei sette metallici alberi

porterà il rosso lume del giorno

nella tua casa deserta sulla riva dell’infinito.

C. Claudi, Poesie a cura di Spagnoletti, Rebellato, Padova 1973, p. 69.

5

Il grido dei cani per le campagne

empie un silenzio mortale

scorrono come falene le nubi

sotto il cielo di perla.

La morte è venuta

alla mia soglia, ha toccato

con le ceree dita di battenti.

La tiepida fiamma ha irradiato

la stanza, la tenera voce

ha detto solo l’eterno.

La sua voce era tenera e fredda

la sua voce apriva lo spazio,

la taciturna sorella era accanto.

Il grido dei cani ha taciuto

un istante: il silenzio tremendo

ha fermato il mio cuore.

C. Claudi, Poesie a cura di Spagnoletti, Rebellato, Padova 1973, p. 16.

6

Non so dove tu sia

quale colore più abbia

il tuo sguardo.

Eri nel corpo raccolta

quieta l’anima pieni

i sensi di me.

Ora non sei che un’ombra

piangente, una trascorsa

vita per me, per te

che all’esistenza davi

solo il tuo amore,

l’ardore delle tue mani

quando al tramonto chiudevi

il tuo giorno in un riso.

C. Claudi, Poesie a cura di Spagnoletti, Rebellato, Padova 1973, p. 60.

7

Non posso morire.

Io sono il silenzio che mi consuma,

la morte l’eterno io sono il silenzio.

Romba come la campana del tempo

il silenzio,

Una nera fiaccola è questo silenzio

come nelle Immagini

la fiaccola del Cuore.

Né chiese o altro o piangente Cristo ho pregato

né il Signore ha toccato la mia carne.

Fuori dalle chiese i templi pagani ho adorato,

ho adorato gli Dei,

a loro chiesto pace e salute.

Gli Dei sorrisero muti.

E il cielo folgorò glorioso

la sua gloria solare,

il dolore spezzava le mie carni.

Gli Dei lampeggiavano muti.

Il destino incrudelì sui miei anni

il destino inflessibile e grigio.

C. Ubaldini, Il silenzio e la sperduta Orione. Dieci poesie inedite di Claudio Claudi, “Sinestesie”, I, 2 (settembre-ottobre 2012), pp. 181-182.