Le biografie
Leonardo Sinisgalli
«Claudio mi riporta le notti incantevoli di Piazza del Popolo dove lui arrivava tardi dopo cena. Si metteva a sedere, muto, poi si spostava trascinando la sedia davanti al Rosati. Mi si accostava: veniva a dirmi in un orecchio che aveva scoperto un altro teorema sul flusso dell’acqua. Ci isolavamo a discutere di gocce d’acqua e di gocce d’olio, dell’eureka e dell’horror vacui, di acquedotti e di vasi comunicanti; mi faceva fare l’una e le due sotto l’obelisco» (Sinisgalli, Lontano da tutti, al buio). Il testo è presente anche in una lettera scritta da Sinisgalli l’8 aprile 1973 ad Anna Claudi. La lettera non è stata archiviata ed è conservata nel faldone della corrispondenza di Claudi.
Guglielmo Cascino
«Nell’immediato dopoguerra si attraversò a Roma un breve periodo in cui era possibile – oltre a sperare e far progetti su un mondo tutto da ricostruire – conoscersi, e scambiarsi le idee passeggiando per l’ultima volta “all’antica” grazie alla mancanza di mezzi di trasporto […] Fu in tale periodo fortunato di incontri che conobbi Claudio, quando cioè si poteva essere socratici nel deambulare (e Claudio lo era ampiamente per educazione e per natura) e sociali nelle ispiratrici osterie che permettevano di discutere anche a voce alta e che ancora esistevano numerose in quelle metropoli» (Cascino, La lezione di Claudio educatore, pp. 13-14). Le notizie biografiche di Guglielmo Cascino sono scarse. Nato a Caltanessetta il 22 giugno 1913 e laureato in lettere all’Università di Firenze. Si dedica all’insegnamento e poi lavora come ispettore scolastico. Cascino nutre nei confronti di Claudi una profonda amicizia e riconoscenza come testimoniato da alcune lettere scritte al fratello Vittorio Claudi.
Leo Magnino,
«Ci eravamo conosciuti in un noto caffè romano attraverso comuni amici e subito mi colpì in Claudio la profondità della sua cultura che spaziava nei settori più diversi, l’originalità del suo pensiero unita ad una grande spontaneità, il suo completo distacco da tutto quanto di banale e meschino ci circonda quotidianamente, e infine quella sua profonda sensibilità che si traduceva talvolta in una innata riservatezza che pareva dover nascondere un senso di intima, inesprimibile religiosità (L. Magnino, Ricordo di Claudio). Magnino è stato un linguista e studioso della cultura orientale in particolare delle tradizioni e del teatro giapponese.
Libero de Libero
«Tanto casuale dev’essere stato il mio primo incontro con Claudio che non ricordo né dove né come. Debbo riandare all’immediato dopoguerra. Poteva esserci anche lui lungo quel girone zigzagante e a vanvera di persone d’ogni specie, spesso viste una volta e mai più. E vorrei averlo conosciuto in pieno sole: non fu così, è stata lunga la sua notte, forse il giorno ebbe rare sortite nei suoi dintorni.
Certamente, quella sera d’estate, aveva già compiuto un buon tratto di cammino la stima tra noi, seduti sui gradini dell’obelisco a Piazza del Popolo, se il nostro discorrere andò oltre e più in là della mezzanotte» (L. de Libero, Fidanzato con la morte). Libero De Libero (Fondi, 10 settembre 1903 – Roma, 4 luglio 1981) è stato un poeta, critico d’arte e narratore italiano. Per una ricostruzione della vita e dell’opera di De Libero Cfr. L. De Libero, Borrador, prefazione di M. Petrucciani, a cura di L. Cantatore, Nuova Eri, Torino 1994.